Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

sabato 11 dicembre 2010

Questa baraonda elettorale, giova pure a qualcosa:ci dà la misura della politica e della morale italiana



Questa baraonda elettorale, questa lotta indecorosa non di principj ma di persone, non di partiti ma d'individui, giova pure a qualcosa : ci dà la misura della politica e della morale italiana in questa agonìa del secolo.

  I partiti si scindono, si suddividono, si sminuzzano in un bulicame di esseri anfibi che lottano e s' addentano l' uno con l' altro ; tutti vogliono tutto ; l' egoismo è lo stato, il tornaconto è l' ideale.
  Da per tutto l' impotenza che coccoveggia il potere : unica leva l' ambizione, unica arma l' insidia.
  La politica si muta in casistica di teologanti ; la morale in esercitazione di retori ; la legge in cavillazione di legulei ; l' arte e la letteratura in raffinatezze smancerose e voluttuose di dilettanti e di rimbambiti; le vecchie Muse, rimbellettate e rimpiccicottate, colanti tutte di bava e dì sanie, hanno imparata l' alta scuola nei casini e l' insegnano ai ragazzi stemprati dall' amor solitario e agitati da un erotismo infecondo.
  La critica mimiziosa, espressione ultima dell'ingegno e del carattere della borghesaglia putrefatta, s' è impadronita di tutte le manifestazioni della vita.


  I vermi trionfano.

Ricostituiamo i partiti, si grida. Illusione o frode. 
Per ricostituire i partiti bisogna ricostituire i caratteri. 
I partiti si sono disgregati e disfatti, perchè i nostri uomini politici non hanno più fede in un ideale qual sia: mancano cioè di carattere. 
Senza fede in un alto ideale di libertà e di giustizia sociale, senza la virtù del sacrificio di tutte le proprie forze a questo fine, ogni ricostituzione di partiti è un sogno. Si avranno fazioni e sètte, tutt'al più ; mobili gruppi d'individui legati da un interesse effimero, che si sposteranno e si confonderanno e si sparpaglieranno da un giorno all'altro a un mutar di vento.
Da questa babilonia di interessi privati, mascherati dalla commedia del patriottismo, non può sorgere che il governo-monopolio, un'accozzaglia di elementi diversi, tenuti insieme dall' ambizione e dall' avarizia, pronti a trasformarsi di bianchi in neri, pur di serbarsi al potere : un mostro da sette od otto trombe aspiranti, dalle branche innumerevoli, sparse tutte d'innumerevoli coppette. 
È lo stato - monopolio, che tutto vuole per sé : un privilegio immane. 
Non si giova della violenza, ma dalla frode ; vuole assorbire e distruggere tutto, ma legalmente : la legge è la sua maschera. 
I ministri e i così detti rappresentanti del popolo (di quale?) rappresentano la commedia del Patriottismo. 
Si adunano quali rappresentanti del popolo, sì squadrano, fan quattro chiacchere, si bisticciano, vengono a' capelli : e, recitata ciascuno la sua parte, sia di tribuno o di lanzichenecco, sia di legislatore o d' apostolo, si fanno la riverenza, e, ghignando del popolo e di sé stessi, torna ognuno alle proprie faccende. 
Ha distrutto parecchie industrie private, facendosene appaltatore, cioè sfruttatore irresponsabile. 

Ora delle cose del corpo vuol salire a quelle dello spirito : dal sale e dai tabacchi alla istruzione. 
Vuole innalzare il livello della nazionale cultura, lui ! 
E come ? Restringendo il numero delle scuole. 
Bel metodo d' illuminare, spegnendo i lumi ! 
L'istruzione diventerà un privilegio dei ricchi. 
Avremo l' istruzione aristocratica ! 
Per potere esercitare il nobile mestiere di medico o di avvocato bisognerà procurarsi un diploma nelle città privilegiate. Chi non ha gambe da recarvisi e quattrini da mantenersi, crepi ; o vada a zappare la terra.

E gli apostoli legalitari pensano intanto e si arrabattono e si accoltellano per  ricostituire....... che cosa ? i partiti o sé stessi ?
Non ricostituiranno un bel nulla. Il popolo lo comincia a comprendere, e un giorno o l'altro farà da sé.



Questa, lucidissima, descrizione politico sociale, pone degli interrogativi.
Cosa è avvenuto negli ultimi 110 anni ?
Corsi e ricorsi o nessun cambiamento ?
- Capitolo tratto da pag. 13 - Pensieri e giudizi / con l'aggiunta delle Odi Civili e degli aforismi di L. A. Seneca e P. Siroa cura di di A. Tomaselli - G. Pedone Lauriel, 1915, Palermo



sabato 4 dicembre 2010

Il mondo è una sala - Malìa 1893 - Atto primo - Scena III



COLA (a Nino) Egli è troppo occupato!

Il mondo è una sala,
Chi entra, chi n'esce!
Quest'oggi la gala,
Vien fatta per me!
La folla si mesce....
La scena è mutata....
(battendogli su la spalla)
Domani..... Arrivata
La gala è per te !

CORO
Che matto! Che matto! ma buono di core!
E il riso non guasta, condisce l'amore!
(escono)
Composizione di Francesco Paolo Frontini
http://frontini.altervista.org/opera_...

Musica e clip di Pietro Rizzo
notazione musicale

venerdì 19 novembre 2010

All'Etna


All'Etna

Or che il florido maggio i campi tiene,
E si destano al sol flagranze e canti,
Poggi nitido il capo alle serene
Di luce e di salute aure festanti.

Trescano ai piedi tuoi silfi e sirene;
Fremon dentro di te sofi e giganti;
E tu tranquillo di vermiglie arene
E di colti e di boschi ampio t'ammanti.

Muto io ti guardo dal campestre nido,
Propizio all'arte e alle memorie care;
E azzurreggia lontano il mare immenso.

E se alle vostre picciolette gare,
E agli odi vostri, alme rissose, io penso,
Più che di sdegno, di pietà sorrido.


Dalle (( Religiose )) (1887) di Mario Rapisardi

domenica 14 novembre 2010

Iginio Ugo Tarchetti - L'amor sen va - l'amor sen vien


Al sorriso dell' arte egli era nato 
ardito giovin forte; 
ora dorme laggiù l'immacolato 
cavalier dell' amore e della morte.

Povero Iginio ! a lui la croce e i rudi 
tumulti della mente, 
e i giorni macri tenebrosi ignudi, 
e morir, ahi, morir come un pezzente.

A lui nel petto le febbri d'amore 
e gli spirti gentili,
a lui quattr' anni d'ansia e di dolore 
e la freddezza vostra, anime vili.

* dal Canzoniere di Domenico Milelli



Non mi promettere
Eterno amore
Lascia che libero
Batta il tuo core:
Non ti lagnare,
Non ti crucciare
Se amore i caldi
Giuri non tiene...
L'amor sen va
L'amor sen viene


     Nulla promettimi,
Voglio i tuoi baci;
Oggi puoi darmeli?
Baciami e taci.
Non vo' giurare
Non vo' pensare
Se il cor domani
Pur tuo sarà....
L'amor sen viene
L'amor sen va.
Ed. A Tedeschi XIX, parole di Iginio U. Tarchetti, musica di Francesco Paolo Frontini.

Pochi cenni sul salotto della Contessa Maffei