domenica 30 gennaio 2011

CANTO DEI MIETITORI, di Mario Rapisardi - 1883

Poesia tratta da Giustizia – 1883, di Mario Rapisardi, musica di Joe Fallisi  - 1993

Chitarra: Pasquale Ambrosino, Luigi Consolo, Roberto Ruberti, Ruggero Ruggeri
Pisa, 29/10/1993
La falange noi siam dei mietitori
e falciam le messi a lor signori.

Ben venga il Sol cocente, il Sol di giugno
che ci arde il sangue e ci annerisce il grugno
e ci arroventa la falce nel pugno,
quando falciam le messi a lor signori.
Noi siam venuti di molto lontano,
scalzi, cenciosi, con la canna in mano,
ammalati dall'aria del pantano,
per falciare le messi a lor signori.
I nostri figlioletti non han pane
e, chi sa?, forse moriran domane,
invidiando il pranzo al vostro cane...
E noi falciam le messi a lor signori.
Ebbro di Sole, ognun di noi barcolla;
acqua ed aceto, un tozzo e una cipolla
ci disseta, ci allena, ci satolla.
Falciam, falciam le messi a lor signori.
Il sole cuoce, il sudore ci bagna,
suona la cornamusa e ci accompagna,
finché cadiamo all'aperta campagna.
Falciam, falciam le messi a lor signori.
Allegri o mietitori, o mietitrici:
noi siamo, è vero, laceri e mendici,
ma quei signori sono tanto felici!
Falciam, falciam le messi a lor signori.
Che volete? Noi siam povera plebe,
noi siamo nati a viver come zebe
ed a morir per ingrassar la glebe.
Falciam, falciam le messi a lor signori.
O benigni signori, o pingui eroi,
vengano un po' dove falciamo noi:
balleremo il trescon la ridda e poi...
poi falcerem le teste a lor signori.

Note: Si riferisce alla rivolta dei Fasci siciliani (1892-94)
Rapisardi pubblica nell'83 i versi sociali di Giustizia, che trovarono vasti consensi (suo epicentro stà nel Canto dei mietitori). Quest'opera nel 1924 sarà addirittura proibita dalla politica fascista. 

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