Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

lunedì 19 novembre 2012

Carteggio F. P. Frontini - Mario Rapisardi


Carteggio Frontini - Mario Rapisardi





6 ottobre 91

Egregio Sig Professore,

Se domenica le fa comodo verrò per farle sentire i il 1° atto della mia Malìa; mi faccia sapere in che ora è disponibile tanto per non tornarle di disturbo.

Ringraziandola distintamente,

Devoto
F Paolo Frontini


il resto del carteggio QUI

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Il Pungolo della Domenica
(Milano - gennaio 1884)

Seduto al piano, in disparte, F. Paolo Frontini magro, nervoso, appassionato, ci faceva sentire il suo Paggio e Regina, che il Ricordi aveva pochi giorni addietro stampato, e provava sull'uditorio gli effetti di una ballata indiana che aveva da poco finito di comporre. 

Attraverso i turbinosi passaggi di una melodia nuova e calda e colorita con bizzarra eleganza, una spiaggia malese si svolgeva con la vaporosa trasparenza d'un sogno; e mentre la cadenza, disugualmente affrettata, rendeva assai bene il rullio d'un legno per l'aria tiepida  e sonnolenta e tutta carca d'aromi vertiginosi, degli strilli gutturali come di scimmie, rapivano l'anima a gruppi di banani e di tamarindi, dove gli uccelli dai colori vivi del rubino, del zaffiro e dello smeraldo s'inseguono tra l'ozio ardente del meriggio, e il palpitar d'un canto lungo e lontano faceva pensare a un tempio, a ricami di marmo, dove delle fanciulle ignude a mezzo il corpo e dalla pelle bronzina, invocavano un idolo immoto di metallo.

A un tratto, mentre la signora  Giselda sfogliava le bozze di stampa della sua Maria, che, l'Ottino pubblicava in Milano, il poeta usciva dalla sua biblioteca, dopo aver inseguito con l'estro qualche giovine ebrea dalla bocca di melograno o qualche fila di cammelli incedenti per l'immenso deserto sotto il plenilunio tranquillo: e si mescolava con gli altri a conversare, a celiare, a discutere. 

E con quella giovialità di caricatura onde nacquero i meravigliosi figuri dell'XI canto del Lucifero, o si compiaceva d'imitare i gesti, la voce e l'accento de' venditori fiorentini, o improvvisava qualche feroce epigramma sur un poeta o un novellatore di moda, o leggeva con comica gravità degli squarci di libri che aveva ricevuto in dono, facendone risaltare i luoghi più spropositati.  
Talvolta il Frontini, che allora raccoglieva le melodie popolari della Sicilia, gliene domandava una; e allora Mario, con la sua bella voce intonata, canticchiava una di quelle molle e malinconiche canzoni de' nostri villaggi,che ridestavano intorno la pace dei campi dormenti nel solleone: la cicala, gradita a poeti antichi, stride sugli alberi in fiore: il grano s'incurva biondo sotto l'alito infuocato dello scirocco; gli uccelli tacciono tra la solenne immobilità della selva.
Appunto in quelle belle serate , in cui signore eleganti e artisti e poeti disputavano d'arte e di letteratura e d'amore, si fermarono i criteri di poesia, per i quali i Siciliani hanno un carattere proprio e originale e potente. 
Fu allora dibattuto e affermato l'avvenire del poema scientifico e della lirica, la quale, mettendo da parte il vuoto lusso delle descrizioni e le morbose efflorescenze dell'alessandrinismo afrodisiaco, cantasse l'uomo forte, l'uomo prudente e l'uomo dominatore. 
Nacque allora una parola, ch'è ancora un segno di convenzione tra poeti Siciliani, ma che avrà certo la sua storia; e sarà oppugnata, discussa; e potrà, secondo i casi, trionfare o soccombere, ma gloriosamente ad ogni modo, perché rappresenta un'idea nobile, è il filo che lega molte giovani e ardite intelligenze, e sta scritta, come segno di vittoria, sulla bandiera della cavalleria dell'avvenire: edonismo.



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