"Inno a Sant'Agata" festa di S. Agata 2024
Coro Lirico Siciliano Comitato Sant'Agata 2024
Conservatorio V. Bellini Catania
- "Inno a S. Agata" 1886 del giovane ventiseienne Francesco P. Frontini
Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa -
Tra tradizione, innovazione, avanguardia e riscoperta il Coro Lirico Siciliano, insieme alla brillante formazione orchestrale giovanile “Vincenzo Bellini” del Conservatorio etneo, diretta da Giuseppe Romeo, ha fatto rivivere magiche atmosfere musicali di un tempo perduto in cui grandi compositori ed operisti impiegavano il loro genio per intessere le lodi canore della Martire catanese. Il programma ha previsto l’esecuzione di una sontuosa opera «Questa terra fortunata, consacrata dal tuo Sangue» composta nel 1886 da Francesco Paolo Frontini, apprezzato operista ed etnomusicologo, e che sarà riproposta in prima assoluta. La “cantata” di Frontini è, insieme a quella di Pietro Platania(Maestro di Frontini), «Qui pugnavi celeste guerriera» scritta nel 1856, l’unica composizione originale e autentica dedicata alla martire catanese.
Il 1886 rappresenta una tappa molto importante per la storia della devozione agatina: in quell’anno infatti, gli abitanti di Nicolosi invocarono l’intercessione della martire catanese per ottenere la salvezza delle loro abitazioni minacciate da una eruzione vulcanica. Lo stesso cardinale G. B. Dusmet, arcivescovo di Catania, guidò una solenne processione con la reliquia del Velo di S. Agata per invocare l’arresto del fronte lavico, cosa che effettivamente si verificò di lì a poco generando grande impressione tra la popolazione che acclamò al miracolo. Il compositore catanese F. P. Frontini doveva essersi interessato alle manifestazioni musicali inerenti la devozione agatina già prima del 1886, come sembrerebbe evincersi dal dono di una bacchetta di ebano con intarsi d’argento con cui il circolo cittadino S. Agata lo omaggiava nel 1879 (questo cimelio è attualmente custodito al Museo Bellini di Catania). È abbastanza probabile che la composizione di questo “Inno”, che in realtà possiede la struttura formale di una cantata articolata in tre parti (introduzione, preghiera e cabaletta), debba essere ricondotta ai festeggiamenti che seguirono allo scampato pericolo per l’eruzione dell’Etna.
Nel testo della “preghiera” sembrerebbe infatti cogliersi un riferimento al miracoloso intervento della santa martire: «Dal trono di gloria / O invitta guerriera / ascolta fra i cantici / La nostra preghiera: / Ci salva pietosa / Da tutti i flagelli / Fa dono alla Patria / di giorni più belli». Il manoscritto autografo dello spartito fa parte del fondo musicale dell’Archivio Frontini di Pietro Rizzo.
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Questa terra fortunata
consacrata dal tuo sangue
a e invitta, a te beata
scioglie l'inno trionfal.
Cittadini alzate il canto
alla intrepida virago
qui riposa il corpo santo,
questa è l'ara sua immortal.
II- Preghiera
Dal trono di gloria
o invitta guerriera:
ascolta fra i cantici
la nostra preghiera.
Ci salva pietosa
da tutti i flagelli
fa dono alla patria,
di giorni più belli.
La fede ravviva
la speme, l'amore,
fedeli o gran Diva
ci rendi al Signor.
All'illustre possente Patrona
Cittadini! Risuoni l'evviva
lieta echeggi la nostra canzone
e n'esulti la sponda giuliva.
Dai perigli salvò i mesti figli,
dalla peste Catania salvò.
Evviva.
Cittadini! Corone di alloro
al suo altare rechiamo festosi!
Desti il suono dell'inno canoro,
gli echi ascosi degli astri amorosi.
Dalle sfere le nostre preghiere ella accolse
la Patria esultò