Gaetano Ardizzoni: Poeta, Patriota e Vate di Catania
Gaetano Ardizzoni (Catania, 1837) fu una figura di spicco nel panorama culturale e civile della sua epoca, non solo a Catania ma in tutta Italia. Più che un semplice letterato, fu un poeta chiarissimo, un patriota appassionato e un oratore di rara efficacia, che seppe conquistarsi non solo la stima, ma la vera e propria venerazione dei suoi concittadini.
Il suo impegno civico lo vide sempre in prima linea durante le principali manifestazioni pubbliche, incarnando lo spirito di una città in fermento. La sua prosa era al tempo stesso vigorosa ed elegante, e la sua oratoria, caratterizzata da una dizione purissima e da frasi impeccabili, lo rese un degno amico di personalità del calibro del poeta Mario Rapisardi e dei più eccelsi intellettuali italiani.
Uno dei suoi contributi più memorabili fu il fervido sostegno alla campagna per il rimpatrio della salma di Vincenzo Bellini. Per il ruolo di primo piano che ricoprì, fu incluso nella Commissione ufficiale incaricata di accogliere i resti dell'immortale maestro catanese. In quell'occasione solenne, il 23 settembre 1876, tenne un magistrale discorso sul Bellini al Palazzo Municipale, alla presenza di rappresentanti da tutto il mondo civile. Quel discorso, pubblicato dalla tipografia Galatola, non fu solo un omaggio al compositore, ma una splendida rassegna dei progressi delle arti e dell'influenza che l'opera di Bellini ebbe sul teatro lirico moderno.
La sua produzione poetica, purtroppo solo accennata in questa sede per questioni di spazio, è vasta e significativa. Tra le sue opere più note, pubblicate a partire dal 1870, ricordiamo:
Armonie popolari
Le rose bianche
Voci dell'anima
Maria
Sogni
Ore perdute
Giovinezza (poema)
Ardizzoni fu membro attivo di numerose istituzioni letterarie e umanitarie. La fiducia che ispirava fu tale che, in occasione della ricostituzione del Circolo Artistico di Catania, fu acclamato all'unanimità come Presidente. Il discorso inaugurale che tenne in quell'occasione fu un'ulteriore conferma del suo alto valore intellettuale e del suo profondo culto per la bellezza, qualità innate di un artista geniale.
Catania ha tutte le ragioni per onorarsi di un cittadino così insigne e venerando, che rimane un lustro non solo per la città, ma per l'intera regione.
La sua opera è documentata da diverse pubblicazioni, tra cui:
Parole su Vincenzo Bellini (1876)
*Ore perdute: versi, 1868-71* (1872)
Giovinezza: poema (1899), volume arricchito dal ritratto dell'autore.
Canti (1866)
Collaborazioni con musicisti, come la romanza La canzone diceva su sue parole (1921).




