
Autrice: Domenica Di Bella
Anno Accademico: 1976-1977
Relatore: Prof. Ermanno Scuderi
1. Profilo Biografico (Approfondito)
Gesualdo Manzella Frontini (Catania, 1885-1965) è una figura poliedrica della cultura italiana della prima metà del '900.
Formazione e Carriera: Dopo studi impegnati, si laurea in Lettere presso l'Università di Catania (1908) e consegue un Diploma in Filologia. La sua carriera di insegnante e preside lo porta a Prato (Liceo "Cicognini"), Luino e, soprattutto, a Cassino, dove risiede dal 1915 al 1937, diventando un punto di riferimento per la vita culturale locale.
Esperienze Belliche: Pur inizialmente riformato, parte volontario per la Prima Guerra Mondiale, rimanendo al fronte dal 1916 al 1919 e venendo ferito. Durante la Seconda Guerra Mondiale, viene catturato e trascorre 25 mesi in un campo di concentramento. Questa esperienza traumatica è fondamentale per la sua maturazione artistica.
Vita Personale e Drammi: Sposa prima Italia Coffa (da cui ha cinque figli) e, dopo la morte di lei, Celeste Sferrino (con cui ha un figlio, Ardenzo, chiamato così in memoria del figlio Ardengo deceduto). La morte in mare del figlio Ardengo (1942), tenente di sommergibile, è una ferita che segna profondamente la sua vita e la sua produzione poetica successiva, in particolare la raccolta Il libro dei campi P.V.
2. Percorso Letterario e Ideologico (Dettagliato)
La tesi delinea un percorso intellettuale che va dall'avanguardia alla riscoperta della tradizione verista.
Precursore del Futurismo: La tesi sostiene, basandosi su manoscritti inediti dell'autore, che Manzella Frontini lanciò un manifesto di rivolta già nel 1907, anticipando di due anni il manifesto di Marinetti. Fondò a Catania la rivista "Critica ed Arte" (1905), il cui programma ("agli artisti giovani e alla gioventù contemporanea") era un "grido di riscossa" contro la cultura accademica.
Rapporto con Marinetti: La tesi riporta per esteso una lettera di Marinetti a Manzella Frontini (22 novembre 1909), che elogia il suo spirito ribelle ma precisa la propria "formula esplosiva". Nei suoi appunti, Manzella Frontini rivendica la priorità delle proprie idee, definendo Marinetti un "collaboratore" del suo giornale e poi un amico che eroicamente portò avanti la lotta che lui non seppe sostenere.
Allontanamento dal Futurismo: Con gli anni, la delusione per la deriva del movimento, vissuto ormai come un "mezzo di incontrarsi" più che un'autentica poetica, e le tragiche esperienze personali (guerra, prigionia, lutto) lo portano a un progressivo abbandono delle posizioni futuriste. La tesi cita Carlo Bo per definire il Futurismo come un movimento determinato da "una ragione polemica" e preoccupato di "ragioni del tutto particolari e marginali".
Approdo a un Realismo Umano: La sua produzione matura si avvicina al mondo di Giovanni Verga, mostrando una profonda compassione per gli umili e i vinti. Tuttavia, a differenza del pessimismo verghiano, i personaggi di Manzella Frontini spesso tentano, anche se invano, la ribellione o trovano una via di riscatto nell'amore (es. la maternità in Ciro Barbaro).
3. Produzione Letteraria: Opere Principali e Analisi
La tesi passa in rassegna l'intera produzione, con analisi dettagliate delle opere più significative.
Esordi Poetici e Futuristi:
Novissima Semi Ritmi (1904) e Le Rosse Vergini (1905): Prime raccolte che rivelano un'anima irrequieta, un'aspirazione alla vita libera e una prima adesione al versoliberismo. La critica del tempo ne lodò la vivacità delle immagini e lo "spirito ricercatore di sensazioni".
Le Lupe (1906): Raccolta di cinque novelle che esplorano passioni violente e selvagge. I personaggi sono "tipi selvaggi, nudi, violenti ed impulsivi". La critica (come M. Cresci) ne sottolineò la forza descrittiva e la "prosa che gareggia con le più armoniose rime".
Narrativa e Teatro (Anni '20 e '30):
Il testamento di Giuda (1925): Considerato uno dei suoi capolavori. Racconta la storia di un disertore, Bendato, perseguitato da una società che lo condanna senza pietà per la sua bontà e ingenuità. La tesi lo definisce "profondamente triste, ma profondamente vero". Il finale, in cui il protagonista si chiede se non ci sia anche una sua colpa, salva l'opera dal nichilismo.
Scale (1935): Romanzo che, attraverso la vita degli inquilini di tre palazzi comunicanti, descrive l'Italia anteguerra, in guerra e post-guerra. La guerra è vissuta di riflesso, ma la sua ombra condiziona ogni esistenza. Il critico Ermanno Scuderi, pur lodando la vitalità dell'opera, gli suggerì di tornare alla tecnica più compatta de Il testamento di Giuda.
La Piena Maturità: Il Dolore e il Realismo (Dal 1949):
Il libro dei campi P.V. (1949): Opera capitale. Questa raccolta poetica nasce dall'esperienza della prigionia. Le sigle "P.V." stanno per "Prisonnier of War". È un'opera di altissimo valore umano, che esprime orrore, dolore per la perdita del figlio, ma anche una commovente pietà, come nella lirica Dammi la mano, caporale Bolton, dove tende la mano al suo aguzzino, unito a lui dal comune pensiero per i figli lontani.
Crocifissi alla terra (1953): Opera narrativa fondamentale, composta da un romanzo lungo e due racconti. Il romanzo omonimo, di ambientazione rurale siciliana, racconta la storia di Maddalena, una ragazza sedotta e abbandonata, "crocifissa" dai pregiudizi sociali e dall'ambiente. Lo stile è dichiaratamente verghiano, ma con una nota di più acceso dramma personale. I due racconti, La voce del figlio e I reticolati, sono invece legati alle allucinazioni e alle tragedie della prigionia.
4. Temi Cardine e Stile
Temi Ricorrenti:
La Sofferenza Umana e l'Ingiustizia Sociale: È il filo rosso di tutta la sua opera matura. I suoi personaggi sono "vinti" dalla società, dal destino o dalla malvagità umana.
La Sicilianità: Amò profondamente la sua terra e il suo popolo. Scrisse anche dei Canti popolari siciliani, mettendone in luce la "nota di signorilità" e i temi dell'onore, della gelosia e della fedeltà.
Il Lutto Paterno: La morte del figlio Ardengo è un trauma che percorre le opere successive, trasformandosi in poesia angosciata e in una preghiera disperata (Offerta).
La Ricerca di una Fede: In opere come Il Santo mediterraneo (1931) riflette sul francescanesimo, visto non come rinuncia ascetica ma come amore per tutte le creature.
Stile ed Evoluzione:
Passa da un linguaggio sperimentale, vibrante e a volte enfatico delle prime opere futuriste a uno stile più asciutto, diretto e profondamente umano nelle opere della maturità. Nella narrativa è un realista con una forte sensibilità psicologica, capace di scavare nell'animo dei suoi personaggi.
Temi Ricorrenti:
La Sofferenza Umana e l'Ingiustizia Sociale: È il filo rosso di tutta la sua opera matura. I suoi personaggi sono "vinti" dalla società, dal destino o dalla malvagità umana.
La Sicilianità: Amò profondamente la sua terra e il suo popolo. Scrisse anche dei Canti popolari siciliani, mettendone in luce la "nota di signorilità" e i temi dell'onore, della gelosia e della fedeltà.
Il Lutto Paterno: La morte del figlio Ardengo è un trauma che percorre le opere successive, trasformandosi in poesia angosciata e in una preghiera disperata (Offerta).
La Ricerca di una Fede: In opere come Il Santo mediterraneo (1931) riflette sul francescanesimo, visto non come rinuncia ascetica ma come amore per tutte le creature.
Stile ed Evoluzione:
Passa da un linguaggio sperimentale, vibrante e a volte enfatico delle prime opere futuriste a uno stile più asciutto, diretto e profondamente umano nelle opere della maturità. Nella narrativa è un realista con una forte sensibilità psicologica, capace di scavare nell'animo dei suoi personaggi.
5. Relazioni Culturali e Giudizio della Critica
Rapporti Culturali: Ebbe intensi scambi con i maggiori intellettuali del tempo: Filippo Tommaso Marinetti (futurismo), Luigi Capuana (di cui fu allievo e di cui tracciò un affettuoso ritratto), Giovanni Verga (la cui ammirazione è evidente in molti scritti), e altri come Ada Negri, Massimo Bontempelli e Ugo Betti.
Fortuna Critica: La tesi riconosce che, nonostante la vasta produzione, Manzella Frontini non raggiunse la fama dei grandi autori suoi contemporanei. Tuttavia, fu sempre molto stimato dalla critica per la sua onestà intellettuale, la sua potenza narrativa e la sua autenticità. Giudizi come quelli di Ermanno Scuderi ("narratore di razza; ha il senso dell'equilibrio, le qualità dello psicologo, il respiro obiettivo e piano del sentire dell'artista nato") ne confermano il rispetto di cui godeva.
Rapporti Culturali: Ebbe intensi scambi con i maggiori intellettuali del tempo: Filippo Tommaso Marinetti (futurismo), Luigi Capuana (di cui fu allievo e di cui tracciò un affettuoso ritratto), Giovanni Verga (la cui ammirazione è evidente in molti scritti), e altri come Ada Negri, Massimo Bontempelli e Ugo Betti.
Fortuna Critica: La tesi riconosce che, nonostante la vasta produzione, Manzella Frontini non raggiunse la fama dei grandi autori suoi contemporanei. Tuttavia, fu sempre molto stimato dalla critica per la sua onestà intellettuale, la sua potenza narrativa e la sua autenticità. Giudizi come quelli di Ermanno Scuderi ("narratore di razza; ha il senso dell'equilibrio, le qualità dello psicologo, il respiro obiettivo e piano del sentire dell'artista nato") ne confermano il rispetto di cui godeva.
6. Conclusione della Tesi
La tesi di Domenica Di Bella delinea la figura di un intellettuale complesso di indubbio valore. Gesualdo Manzella Frontini emerge come un uomo che, partito dall'irruenza giovanile del Futurismo, ha saputo attraversare le tragedie del suo tempo trasformandole in un'arte matura, commossa e profondamente umana. La sua narrativa realista, specialmente con Il testamento di Giuda e Crocifissi alla terra, e la sua poesia nata dal dolore in Il libro dei campi P.V., costituiscono un contributo significativo alla letteratura italiana del Novecento, caratterizzato da una rara capacità di rappresentare il dramma dell'uomo comune con potenza, autenticità e una sofferta pietà.

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