Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

martedì 12 giugno 2012

Gesualdo Manzella Frontini e la Catania "senza un piano e senza uno stile" .. (critiche del 1954)

Leonardo Sciascia, nel 1954 sulle pagine di “Venerdi Il caffè”, la rivista diretta da Giambattista Vicari e con la quale collaborava da qualche anno, curò l’inserto siciliano dell’Antologia Italiana.


.... a Catania se ci sarà il grattacielo, non ci sono ancora le fognature’. Il progetto del ‘grattacielo’ era il segno di una città che stava cambiando: e dei mutamenti che stavano cominciando a stravolgerne fisionomia e identità, ne dava criticamente conto, l’unico autore ‘anziano’ di quell’antologia, Gesualdo Manzella Frontini, scrittore e critico d’arte già famoso. 
‘Questa mia città’ – scriveva Manzella Frontini – ‘è venuta su a spalate progressive, sterrate oggi a destra e domani a manca, senza un piano e senza uno stile, e seguendo l’umore dei molti appaltatori di felice memoria. Intraprese l’età della crescenza poco curandosi dell’avvenire, fregandosene d’un carattere da perseguire. Ne è risultato un agglomerato di vie e quartieri, di case e di palazzi e muri di cinta e villini, di casermoni e di brutte imitazioni esotiche, di dislivelli incolmabili, disarmonici, contrastanti, stridenti’. Ma, continuava lo studioso catanese, che era stato futurista della prima ora, se si guarda entro il perimetro della città antica, settecentesca, apparirà sì ‘un disordinato crescere’ ma ‘grazziadio qui c’è ancora lo strapaese genuino, intimo: il dedalo di viuzze sonore di voci di bimbi, di richiami di donne, ci sono i carrettini colmi di poggetti di pesche e pere e agli e peperoni e pomodori davanti alle bocche spalancate dei bassi. Da quelle bocche vengono inattese apparizioni: donne discinte stanche d’amore e di figli fanno ressa attorno al rivenditore’. E continua Manzella Frontini a descrivere i tratti della Catania antica e popolare: in una stanza aperta a pianterreno ‘un fornello che odora di petrolio’ sventolato da una bimbetta stanca ‘che sventola finché il carbone divampi’; ‘l’osteria deserta e sapida di vino acido attorno all’oste sonnolento che sputa a volta a volta un suo amaro disdegno’; ‘la botteguccia cha fa mostra di sale e olio rancido, di nastrini e pepe, di pane e sapone’ e ancora la ‘chiesetta grande come un ciborio’ e due passi dopo, per la strada, in un gabbione, una ‘gallina che starnazza’, e un carretto dipinto e dei ‘monelli che fanno ginnastica sui raggi delle sue grandi ruote’.
Un mondo misero e modesto ma ancora autentico, che vive in un contesto urbano unico, di architettura spontanea e originale, che Manzella Frontini coglie e contrappone positivamente per l’umanità e la socialità che vi intravede alla nuova ma anonima e individualistica città che vi sta crescendo attorno. -
***
E così contro ‘i vecchi tromboni’ che malamente detengono il potere culturale, annotava Sciascia, a Catania ‘è stato possibile metter su questa piccola antologia, trovare dei giovani che lavorano in assoluta indipendenza e con avvertitissimo sentimento del tempo’ e aggiungeva: ‘a Palermo – dove le cose vanno peggio -, siamo sicuri, sarebbe stato assai più difficile’.


Tratto da: La freccia verde  - dove troverete tutto l'articolo.

lunedì 4 giugno 2012

Angioletta Frontini - 1882 / 1974


Con queste poche righe voglio ricordare la zia Angioletta che, da donna di carattere, seppe sostenere il peso della famiglia Frontini, dopo la morte prematura della madre.


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Note critico biografiche (1912) di Costantino Catanzaro:  "Questa giovine figlia del celebre Maestro Francesco Paolo Frontini, è nata a Roma. Le diverse poesie sparse senz'ordine su riviste e giornali ella ora ha riunite in elegante volume, Fantasie (ed. Giannotta, Catania). 



.........sono speranze deluse, sono documenti di un'anima giovanile, che, disdegnosa da qualsiasi ipocrita involuzione di frase e di pensiero tutta quanta si schiude e si mostra nella sua completa nudità e perciò bisogna ascoltarla. ........ 

....Angioletta Frontini fa parte di quei pochi che piangono non per correr dietro alla moda, per mostrar sentimenti emotivi che in verità non si hanno, ma per ubbidire a un irresistibile bisogno di sciogliere in canti, tutto lo schianto de la loro anima rattristita.

Oh ! così l'amor mio 
si cela lentamente 
fra i veli de l'oblìo.

......La forma non ha pretese auree; è modesta e d'una semplicità sorprendente; e ciò si deve all' ispirazione che non manca, se si tolgono pochi versi che sanno di voluto e di stentato; anzi qualche sapore arcadico non manca, come in Dissero i fiori; ma in cambio Grido di Morte, e Rose spiccano voli che s'accostano a una classica bellezza. Del resto Angioletta Frontini è ammirevole per la sua naturale e spontanea franchezza e per l'esuberanza di sentimento che ora è amore:

amore cullami tutta ridente, 
fra amplessi teneri, forti, tenaci,

or è pietà verso i derelitti:

Ingrata sorte
ancor che aspetti '?... dammi la morte !
cade sfinito
irrigidito !

ed ora è un senso di orrore per la morte ch'ella crede le sogghigni a distanza :

Deh ! non mi prendi fra' neri lacci,
                          tutta m'agghiacci.



L'ultima lirica, Sogno di Primavera, ci fa sperare che ella gitti il nero velo del dolore e torni alla vita, e sorridente, e orgogliosa della propria giovinezza.

e fremiti di amore 
mi cullano di sogni 
m'avvincono a la vita !
***
Lettera di Mario Rapisardi del 1911


se oggi "scriviamo" è anche merito suo.