Ugo Fleres (Messina, dicembre 1837) è stato una figura affascinante e complessa del panorama artistico italiano della seconda metà dell'Ottocento. Poeta, narratore, giornalista, disegnatore e fine critico d'arte e musicale, la sua vita è un esempio di dedizione totale all'arte, condotta con una fierezza e una riservatezza non comuni. Questo ritratto, tracciato da un amico intimo, ci svela le contraddizioni e la profondità di un uomo che fece dell'ideale artistico la sua unica ragione di vita.
#### **Un Autoritratto in Versi: L'Uomo Dietro l'Artista**
La personalità di Fleres ci viene incontro, vivida e disarmante, attraverso un sonetto autobiografico da lui composto. In queste righe, l'artista si descrive come un messinese ventinovenne, nato per l'arte e speranzoso di non doverlo mai mettere in dubbio. Confessa una "superba timidezza" che lo porta a evitare i "pubblici bandi e lai" delle sue gioie e dei suoi affanni, e a subire i danni di questa riservatezza "nell'altrui noncuranza". Il quadro che ne emerge è quello di un uomo ironico e consapevole delle sue contraddizioni: idolatra la musica ma non suona, disegna ma non si considera un pittore, scrive a diluvio ma non trova editori.
#### **La Doppia Vita: Uriel il Giornalista e Ugo il Poeta**
Costretto dalle necessità economiche, Fleres lavorò a lungo nei giornali, in particolare nel *Fracassa*, sotto lo pseudonimo di **Uriel**. Qui si affermò come un critico d'arte e musicale "onestissimo ed acuto". Tuttavia, questa attività era per lui un mero sostentamento. Mentre in redazione infuriavano le battaglie politiche, Fleres si sottraeva a quel clima per rifugiarsi "nei suoi sogni diletti". Come confidò all'amico, rifiutava di pensare alla politica per "avere il diritto di non arrabbiarmici", preferendo di gran lunga conversare d'arte. Anche nei suoi articoli più frettolosi, non scrisse mai nulla che andasse contro il suo animo.
#### **Una Formazione da Autodidatta e una Giovinezza Feconda**
Trasferitosi a Roma prima dei diciassette anni, Fleres fu un **autodidatta** di rara cultura. I suoi studi formali, a Messina e in un breve periodo a Napoli, furono irrilevanti rispetto alla sua sete di conoscenza, che appagava da autodidatta nelle biblioteche. La sua giovinezza fu un fiume in piena di creatività: si cimentò in una quantità sterminata di opere, molte delle quali oggi appaiono come esperimenti giovanili. Tra queste, tragedie come *Fingal*, *I Vespri siciliani* e *Spartaco*, drammi come *Il paradiso degli assassini*, e addirittura un melodramma. Di questa produzione smisurata, egli stesso divenne il giudice più severo, mettendo da parte quasi tutto.
#### **L'Artista Maturo: Dalle "Profane Istorie" al Capolavoro del "Don Juan"**
Nonostante il lavoro giornaliero, Fleres non abbandonò mai la sua ricerca artistica, portata avanti con "pertinacia e fede mirabili". Le sue opere maggiori includono:
* **I *Versi* (1881)**: La sua prima raccolta poetica, pubblicata per insistenza dell'editore Sommaruga, ma che lui stesso in seguito rimegò per il suo eccessivo "modernismo".
* **Le *Profane Istorie***: Una raccolta che, pubblicata due anni prima della biografia, non fu apprezzata dal grande pubblico, abituato a "sapori grossi".
* **Romanzi in prosa**: Come *Exitollat* e *Vortice*.
* **I due grandi poemi narrativi**: Il suo ideale artistico si concretizzò in due opere ambiziose in versi: *La Giovinezza del Cid* e, soprattutto, il *Don Juan*.
Quest'ultimo è un **romanzo in versi** di proporzioni monumentali (oltre 15.000 versi, divisi in una trentina di canti), scritto in ottave, terzine e sonetti. L'opera, che riprende il mito di Don Juan, è elogiata per l'incredibile varietà di personaggi (donne di ogni tipo, corsari, zingari, figure storiche come Leone X), per la sua fantasia narrativa e per la **sottile analisi psicologica** del protagonista. Fleres non è un "cesellatore" di singoli versi, ma un "aedo moderno" che cerca l'effetto nella potenza della narrazione. La biografia riporta diversi estratti, mostrando uno stimo narrativo fluido e una delicatezza nel trattare episodi anche scabrosi, come la seduzione di un'intera comunità di monache.
#### **Il Testamento Spirituale: Un Artista Incompreso ma Integro**
La figura di Fleres che emerge da queste pagine è quella di un artista **integerrimo e tenace**. Nonostante le delusioni, le opere giovanili accantonate e lo scarso successo di pubblico, non perse mai la fede nell'arte. La sua vicenda umana è un monito sulla difficoltà di conciliare gli ideali puri con le necessità pratiche, ma anche un esempio di come si possa restare fedeli a se stessi. L'amico biografo conclude con un caloroso augurio: che il *Don Juan* trovi un editore e che Fleres, "artista onesto e valente", ottenga finalmente quell'attenzione che merita.
In un'epoca in cui la poesia lirica "tiranneggiava", Fleres osò narrare "largamente, pianamente, le belle avventure degli amori e delle armi", conservando delle "fattezze proprie" e un'originalità che, da sola, lo rende una figura degna di essere ricordata e riscoperta.







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