All'antica e gloriosa tradizione del genere comico-realistico è ascrivibile il gaio libello, ideato come gioco privato, di Luigi Capuana, Federico De Roberto e Francesco Ferlito, Saghe & Seghe col senno e con la mano, edito su carta pregiata, in soli quattro esemplari, «autograficamente numerati & firmati», uno per ciascun autore ed uno per il munifico editore-stampatore Michele Galatola, di cui residua soltanto il secondo che ora si pubblica. Un cimelio bibliografico che può a ben ragione definirsi «unico». Scaturito dalla mai sopita propensione alle burle di Capuana cui inaspettatamente si associava la complicità derisoria e ironica di De Roberto e del serioso avvocato Ferlito, il «sublime volume» è da leggere come evasione intellettuale dei tre sodali (cui certo non mancava lo spirito salace dei siciliani dell'area orientale), gioiosi d'impegnarsi in una sapiente birichinata alla Rabelais, destinata a suscitare ilarità segrete e compiaciute. (Sarah Zappulla Muscarà)
Saghe & Seghe
L. Capuana, F. De Roberto, Francesco Ferlito
manoscritti inediti - per ingrandire cliccare
AI TRE, IL QUARTO.
Dunque che fate?
Ve lo menate ?
Nulla stampate,
Nulla mandate !
O ve ne state
Come d'estate
Le sciagurate,
Moltiplicate,
Cicale aurate
Sotto le ombrate
Rame sacrate
D' ulivo ?
Andate !
Non meritate
Che riceviate
Epistolate ! Però sappiate
Che mie giornate
Non son passate
Senza volate
Ver le lasciate
Cataniate
Spiagge bruciate.
Ahi! Sospirate
Con iterate
Brame, ho cercate,
0 mareggiate
Spiaggie, le andate
E le tornate,
Con scarrozzate,
Per le sfilate
Dalle innovate
Vie riboscate
E allineate.
Ho invan cercate Le riposate All' ombreggiate E statuate E pitturate Sedie villate, Quando udivate, Ombre fidate, Le addottrinate Nostre parlate, Spesso sporcate Da ricordate Belle chiavate! Oh Ferlitate, De Robertate, Galatolate, Capuanate ! Volteggiavate Come iridate Farfalle nate Nelle irrorate Siepi frondate!
E voi, cantate Delle ammirate Figlie ignorate Nidificate Nelle siepate, Rispondavate Alle scapate Nostre risate Con gorgheggiate Ben musicate Perrotteggiate !
Deh, mi lasciate!
Deh, non seccate Le prolassate Mie cordonate, O desiate Belle giornate ! E voi, rimate Epistolate, Laggiù volate; Le addormentate, Triumvirate Genti svegliate; Gridate, urlate, Coi piè pestate, Bestemmiate, Finché stampate Voi non vediate Quelle cazzate Intitolate Saghe segate Tanto aspettate ! Ed annunziate Che d'illustrate Raffaellate Saranno ornate, Qui preparate Con impensate Arti : e annunziate Che, terminate, Le rime in ate Con birbonate, Le addormentate Triumvirate Genti lasciate Insalutate.
***
L'ARTE
Sonetto Liminare
All' Illustrissimo neo-novelliere sciccoso Signor de Roberto (Federico).
O Federico, l'ideal che ride
Al monocolo tuo serenamente,
Tanto spazio di ciel da te divide
Quanto non puote misurar la mente.
Eppur ansio l'affissi, e non s'elide
La tua speranza nel fallir sovente ;
E il raggio che in quel vetro si divide
Ti si rifrange in cor potentemente.
Beato te che l'Arte ancor lusinga
Coi maliardi suoi fantasmi! Al mio
Stanco cervello tanto ben si niega.
Ben verrà dì ch' anche per te si tinga
Di nero quel fulgor, luce di Dio....
L'Arte dunque che è mai?.. L'arte?.. Una sega!
Scritto il 1° Giugno 1887 nell' Albergo Musumeci in Catania, dopo aver pagata la nota salata dell'albergo {circostanza attenuante) Luigi Capuana
N. B.—L'autografo inestimabile fu consegnato allo sciccoso novelliere dallo stesso archeologico Autore, come testimonianza di affetto, di rispetto, etc, etc, etc.
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