a sinistra, G. Manzella Frontini
Estratto da « Memorie e Rendiconti » dell'Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale - Serie III - Volume V - di Vito Finocchiaro - 1985
Il ricordo di Gesualdo Manzella Frontini è ritornato piacevole e grato alla mia mente con lo «speciale» di Gaetano Zappalà, «Don Gesualdo di Trezza», pubblicato su «La Sicilia» del 28 ottobre 1985, nella ricorrenza del centenario della nascita del letterato catanese. Definire letterato il Manzella Frontini è, forse, un poco riduttivo, anche se l'essere cultore della letteratura, e cultore come lo fu lui, è pregio non da poco. Riduttivo, nel suo caso, perché egli non fu soltanto un eccezionale, coltissimo conoscitore e profondo studioso dell'«insieme delle opere, pertinenti ad una cultura o civiltà, affidate alla scrittura», non un semplice fruitore delle opere altrui, ma un soggetto attivo, un protagonista del fatto letterario. Fu, infatti, scrittore, poeta e giornalista raffinatissimo, impegnato, espressivo e fecondo (dei suoi ottant'anni di vita ne dedicò più d'una sessantina allo scrivere!), un nome autentico a livello nazionale ed europeo, se è vero, com'è vero, che lo troviamo con Filippo Tommaso Marinetti tra i fondatori del futurismo, nel 1910 tra i firmatari del «Manifesto dei drammaturghi futuristi» dello stesso Marinetti (è con i poeti Gian Pietro Lucini, Paolo Buzzi, Federico De Maria, Enrico Cavacchioli, Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni, Libero Altomare, Luciano Folgore, Giuseppe Carrieri, Mario Bètuda, Enrico Cardile, Armando Mazza, assieme ai pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini ed al musicista Balilla Pratella) e tra le personalità che figurano nel «Manifesto delle avanguardie letterarie ed artistiche europee» firmato da Guillaume Apollinaire nel 1913 a Parigi (nell'elenco vi sono Marinetti, Picasso, Carrà, Matisse, Palazzeschi, Strawinsky, Papini, Soffici, tanto per fare dei nomi che dicono molto a tutti).
Laureato in lettere e diplomato in filologia, insegnante nei licei classici di Prato, Luino, Cassino e Catania («Cutelli» e «Spedalieri») nonché nel liceo dell'Istituto San Michele di Acireale, Gesualdo Manzella Frontini diresse i giornali romani «L'idea liberale» (1914), «Le fonti» (1918), «Corriere africano» (1930) e collaborò a numerosi giornali e riviste, tra cui «Delta», «Vita nova», «Popolo di Roma», «Anthologie», «Lavoro fascista», «Corriere emiliano», «Ausonia», «Misura», «La rassegna», «Il resto del Carlino», «Novella», «Corriere della sera», «Corriere di Sicilia», «Popolo di Sicilia», «La Sicilia», «L'ora», «Giornale di poesia», «La fiera letteraria» e «Poesia», la rivista di F. T. Marinetti.
Fu autore prolifico e versatile, come si conviene a chi nutre molteplici interessi ed ha il desiderio intenso (direi meglio, figurativamente, la smania) di soddisfarli tutti. Scrisse, infatti, ben ventisei opere (e va da sè che mi riferisco a quelle pubblicate in volumi), spaziando dalla poesia al teatro, dai racconti alla letteratura ed alla retorica, dagli studi critici e dai saggi ai romanzi. Val proprio la pena di elencare i suoi libri (e lo farò in appendice, anche per ricordarne alcuni che oggi sono poco noti), divisi per sezioni, non senza notare che ognuna di queste l'Autore curò non episodicamente ma per lunghi periodi della sua intensa vita, con ampio respiro di continuità, dando corpo a coerenti sequenze temporali, che si avvertono particolarmente nei campi della poesia, della saggistica e della narrativa.
Fu autore prolifico e versatile, come si conviene a chi nutre molteplici interessi ed ha il desiderio intenso (direi meglio, figurativamente, la smania) di soddisfarli tutti. Scrisse, infatti, ben ventisei opere (e va da sè che mi riferisco a quelle pubblicate in volumi), spaziando dalla poesia al teatro, dai racconti alla letteratura ed alla retorica, dagli studi critici e dai saggi ai romanzi. Val proprio la pena di elencare i suoi libri (e lo farò in appendice, anche per ricordarne alcuni che oggi sono poco noti), divisi per sezioni, non senza notare che ognuna di queste l'Autore curò non episodicamente ma per lunghi periodi della sua intensa vita, con ampio respiro di continuità, dando corpo a coerenti sequenze temporali, che si avvertono particolarmente nei campi della poesia, della saggistica e della narrativa.
Non è, comunque, questa la sede, per chi, come me, non è un critico letterario né sa portare avanti con autorevolezza disquisizioni in chiave di puro estetismo, per approfondire il discorso su Gesualdo Manzella Frontini, scrittore ed operatore di cultura nel senso più largo dell'accezione. A me preme, invece, parlare della fugace conoscenza personale che ebbi con «don Gesualdo di Trezza» e dare testimonianza diretta d'una delle sue attività più significative, che senza dubbio resta legata alla condirezione con Mario Scarlata della nuova serie di «Camene», la rivista di lettere, arte e scienza che, forse, resta la migliore del genere che sia stata pubblicata a Catania e tra le notevoli in campo nazionale. - Camene qui -
a
G Cesare Balbo, amicamente.
O
fiorenti beltà siciliane,
lunghesse
le radure
gaie
ridenti come le campane
su
le romite alture;
o
turgidi papaveri carnosi,
fra
l'oro del fromento
sbocciati
come steli desiosi
e
rosseggianti al vento ;
amate,
poi che tutto si rinnova
ne
la feconda luce;
amate:
è maggio ne la veste
nova
che
la vita conduce.
Le
chiome come faci intormentite
vibran
possenti odori,
son
di rose le carni rifiorite,
e
li occhi ànno fulgori.
A
me poeta che nel Tempo vissi
-eterno
inebriamento-
sembra
l'acceso palpitar di bissi
un
sogno del ducento.
O
la vegnente schiera giovenile
nel
sole vespertino,
di
porpora vestita in suo gentile
incedere
divino !
O
forosette, la mia giovinezza
è
lirica pagana:
io
canterò per voi l' acre
dolcezza
de
la passione umana.
Io
son Diòniso, o mie fanciulle fulgide,
l'eletto
del piacere :
voi
proverete su le
labra turgide
l'ardenza
del godere.
Alla
mia gioventù prodiga ardente
il
sangue succhierete,
fin
che ne l'ebre bocche avide e spente
non
lenirà la sete.
O
forosette, nel mio sangue è un dio
che
rinnova la vita:
bevete,
bevete il sangue mio
ne
la coppa infinita.
Io
non so chi mi sia : m' urge le vene
la
possanza universa.
O
tramonto di rose e di permene,
già
l' anima nel
Tutto s' è riversa.
Ars
Nova settembre 1905 - Catania
G.
Manzella
Frontini.
"Non sono futurista, caro Lipparini, né classicista, né romantico, né simbolista, né parnassiano, né sincerista, né... il diavolo che mi porti; sono un innamorato, un idolatrata dell'Arte, — questo sì — e cerco d'avvicinarmele, devotamente, per ogni via, e la tento e ne provoco un sorriso — questo si!
Sebbene le dediche del Marinetti e di tutti gli altri ingegnosi e valorosi giovani che stanno attorno all'audace autore di Mafarka mi solletichino, io non posso consolarmi all'appellativo per il solo fatto di non poterne accettare alcuno.
Che se poi futurista vuol dire rivoluzionario, accoltellatore magari e dinamitardo dei principi di sangue... apollineo, i cattedratici, i corrosi, i polverizzati, i baciapile, i tarpatori di ali, e allora sono il più avanzato dei futuristi, a dispetto marcio della mia laurea in lettere e filosofia. Va bene ?" Contemporanei e futuristi» (1910)
OPERE DI G. MANZELLA FRONTINI
POESIA:
«Novissima Semi ritmi» (1904),
«Novissima Semi ritmi» (1904),
«Le rosse vergini. Rime pagane»(1905),
«Il prisma dell'anima» (1911?),
«Sul gigli gocce sanguigne»(1920),
«Il mio libro dai campi P.W.» (1949).
RACCONTI:
«Le lupe» (1906),
«Le lupe» (1906),
«Quando la preda è stretta» (1921).Premio “Il Seminatore”
STUDI CRITICI E SAGGI:
«La Lozana Andaluza» (1910),
«La Lozana Andaluza» (1910),
«Contemporanei e futuristi» (1910),
«Auro d'Alba» (1927),
«Mario Puccini» (1927),
«Il Santo mediterraneo» (1931).
«Abate» (1932)
TEATRO:
«Abate» (1932)
TEATRO:
«L'altro sangue» (1922?),
«Verso le ombre» (1923),
«La madre immortale» (1935).Archivio Storico Luce - Attrice Marcella Albani
Giornale Luce B0485 del 06/1934
LIBRI DI LETTERATURA E DI RETORICA:
«Note di letteratura» (1921),
«Lingua e stile» (1931),
«Idee estetiche e gusto» (1924).
ROMANZI:
«L'Uomo che non seppe odiare» (1924),
«Il testamento di Giuda» (1925),
«Pupetta» (1926),
«Pupetta» (1926),
«Circo Barum, naja e sciacalli» (1933), premio “Accademia d'Italia”
«Scale» (1935), premio “Foce”
«Crocifissi alla terra» (1953),
«Sorte» (1961), quest'ultimo con presentazione di Bonaventura Tecchi.
VARIE:
«Volare» (1927),
«Volare» (1927),
«L'eroico imperiale» (1928),
«Italia una e diversa, tutte le regioni» (1923).
***
Dal 1903 al 1965 scrive per La Sicilia, il Corriere dell'Isola, La voce dell'Isola, Orizzonti, Libera parola, Il Tevere, Quadrivio, La Gazzetta delle Arti, Ultimissime, Momento Sera, Le Lettere, Il lavoro Fascista, Tribuna Agricola, La Gazzetta del Sud, Il Resto del Carlino, Pomeriggio, Il Risveglio, Milano Sera.
I due pseudonimi (in sicilia) Eligio Flora e Deodato Perduti.
Collabora alle riviste
1903 Fantasmagoria
1904 La Lettura
1906 Critica ed Arte
1909 Poesia
1915 Imo de Pectore
1920 Rivista delle Signorine
1921/28 Le Fonti
1922 Il Polline
1923 Delta
1925 Polemica
1926 Bibliografia Fascista
1926/27 Le Thyrse
1926/28 Vita Nova
1926/29 L'Arte Fascista
1927 Quaderni Fascisti. Volare.
1930/31 Il Corriere Africano
1932 L'Asceta
1932/33 In Aevum
1938/39 Il Nuovo Stato
1946 Rassegna
1947 Misura
1947/48 Le Arti Belle
1947/48 Camene
1950/53 Doctrina
1955 Rassegna
1956/62 Catania
1957 Realtà
1957/60 Battaglia letteraria
1959 La Lucerna
1960 Vie Mediterranee.
dedica allo zio F. Paolo Frontini
MANZELLA FRONTINI Gesualdo - Poeta, narratore, giornalista (Catania 1885-1965). Allievo di Luigi Capuana, laureatosi in lettere (1906) e diplomatosi in filologia (1908), insegnò nei licei classici di Prato, Luino, Cassino, Lucera e nei licei catanesi Cutelli e Spedalieri. Tra i maggiori rappresentanti del futurismo in Sicilia, nel 1907 indirizzò un manifesto, precorritore di quello marinettiano del 1909, « alla gioventù contemporanea e agli artisti giovani » definiti « la vita e il futuro, oltre ogni teoria per un fine di rinnovamento ».
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