
Non avendo né voglia né autorità di far lungo discorso sull'immancabile questione fra settentrionali e meridionali d'Italia, mi restringo ad osservare che dal fraterno dissidio a me paiono principalmente colpevole i primi, che le Provincie nostre han considerato sempre come terra di conquista; e precipua cagione dei loro falsi giudizi è l’ ignoranza lacrimevole che essi hanno della nostra storia, della condizione del nostro popolo, della vita insomma e dell'esser nostro: ignoranza gradita alle camorre più o meno politiche e industriali, che ne fan prò ; alimentata stoltamente da un branco di novellatori che ci descrivono, per partito preso e per ragion di mestiere, come un popolo di accoltellatori e di bruti ; suggellata e quasi santificata dai biciclettisti di una scienza novissima, che ci ha marchiati e gabellati per barbari e condannati a barbarie perpetua.
Ma le male arti dei diffamatori, dei calunniatori e dei mestieranti hanno ormai tanto di barba; e il popolo se ne accorge e ne freme.
La parola d'ordine « Unione e non unità » si va, dopo quarantanni d'esperienza, facendo strada nell'animo degli onesti; e coloro che ci voglion tenere in perpetua tutela, per dissanguarci a lor comodo, si accorgeranno finalmente che le province meridionali, e la Sicilia in ispecie, non hanno mai tollerato a lungo le male signorie.
Ci pensi e provveda chi può. Mario RapisardiPensieri e giudizi / con l'aggiunta delle Odi Civili e degli aforismi di L. A. Seneca e P. Siro,
a cura di di A. Tomaselli - G. Pedone Lauriel, 1915, Palermo
a cura di di A. Tomaselli - G. Pedone Lauriel, 1915, Palermo
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