Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

martedì 17 gennaio 2012

Vaccalluzzo Nunzio, critico letterario (Leonforte il 2 gennaio 1871 - Catania 26 marzo1937)

-Io scendo dalla cattedra a testa alta, dopo aver dato tutto alla scuola, nulla chiesto e nulla avuto. Scendo sereno, senza rancore per nessuno; senza tessera sul petto, ma con l'Italia sempre nel cuore." -
Compì gli studi secondari classici in Acireale e gli universitari in Catania, dove si laureò in lettere.
Dedicatosi all' insegnamento fu destinato prima alle classi aggiunte del R. Liceo ginnasio Spedalieri di Catania, quindi passò alla cattedra di lettere italiane nel R. Liceo Cutelli della medesima città, libero docente fin dal 1921, fu uno studioso e critico. Al suo congedo dalla scuola poteva vantare un'intensa attività scolastica e letteraria: 40 anni di insegnamento tra liceale e universitario e 19 volumi pubblicati. In sintonia con la storiografia desanctisiana, Vaccalluzzo prediligeva gli scrittori di forte coscienza morale e civile.
Conoscitore degli scrittori Risorgimentali, Vaccalluzzo scrisse una esauriente biografia su Massimo D'Azeglio, nella quale era indagata non solo l'attività del letterato e dello scrittore ma anche quella dell'agitatore politico e dell'uomo di stato. Inoltre curò un'antologia della poesia di Mario Rapisardi, al quale riserbò giudizi penetranti che incontrarono il plauso di Antonio Gramsci, che cita Vaccalluzzo nei "Quaderni del carcere".
Fu incline alla ricerca erudita accoppiata a una fine sensibilità estranea al neostoricismo crociano e alla critica estetica.
Francesco Guglielmino, professore di letteratura greca all'università di Catania, che ebbe Vaccalluzzo collega al liceo Spedalieri, così lo ricordò dopo la sua scomparsa: "Come insegnante fu austero e rigido, giacché aveva un alto concetto del compito educativo della scuola […]. Come uomo fu un carattere sdegnoso di accomodamenti e di transazioni, di piaggerie ai potenti e doppiezze". Parole che spiegano bene il perché della sua breve carriera universitaria che, impedendogli di dialogare con gli interessi culturali della collettività catanese, lo angustiò non poco. Carriera universitaria ostacolata dal fatto di non avere mai sconfessato la firma sottoscritta al manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce e pubblicato sul "Mondo" il 1° maggio 1925.
Vaccalluzzo non piegò le esigenze della sua disciplina a quelle superiori della politica.



(di Vitaliano Brancati)*** ..... La sua è la generazione di Salvatore Battaglia e Vincenzo Pernicone – che frequentano il Ginnasio ad Adernò (Adrano) per poi scegliere di fare il Liceo a Catania, allo Spedalieri – e di Gino Raya, con cui fonda la rivista «Ebe», piena di velleità estetizzanti e poco longeva. Hanno tutti tra i quindici e i sedici anni quando vanno a scuola con Francesco Guglielmino e Nunzio Vaccaluzzo.
«Fu al Liceo Spedalieri di Catania che scoprimmo la nostra vocazione agli studi letterari, sollecitati da due insegnanti di eccezione per la loro cultura di livello universitario: Francesco Gugliemino per latino e greco, Nunzio Vaccalluzzo per l’italiano», scriverà anni dopo Vincenzo Pernicone ricordando la figura dell’amico, grande filologo e critico, Salvatore Battaglia. Entrambi a lungo docenti della sezione “A classica”, liberi docenti presso la Facoltà di Lettere di Catania e amici nella vita, Guglielmino e Vaccalluzzo, si collocano su una linea che confluisce – attraverso la critica romantica e positivistica – nella tradizione della scuola storica; Vaccalluzo in particolare, che continuò per decenni ad adottare il manuale di Bacci e D’Ancona, dovette rimanere inizialmente spiazzato di fronte alle prime ubriacature crociane, che considerava una ingiusta svalutazione del metodo del D’Ancona e del Rajna. Dalla difficoltà nel muoversi nello scivoloso terreno del giudizio estetico deriva la sua titubanza timorosa nelle valutazioni e nelle stroncature e forse anche il ritardo con cui la Biblioteca d’Istituto acquisisce i testi fondamentali di Croce. Ma era animato da un forte senso della virtù e della funzione pubblica dell’intellettuale (diresse per decenni a titolo gratuito la Biblioteca civica “V. Bellini”), ciò che spiega il suo antifascismo e la sua propensione per gli aspetti politici e civili della produzione degli autori, che traspare anche dai titoli dei temi da lui assegnati in terza liceale (cfr. Annuario 1924-1925).
..Perché proprio Guglielmino e Vaccalluzzo furono in grado di mettere in ombra l’operato degli altri insegnanti e di ritrovarsi al centro di una vicenda di formazione, in alcuni casi intesa come vera e propria Bildung esistenziale? Erano due docenti a cavallo tra scuola e università, dove potevano lavorare a fianco di un Momigliano o di un Casella. Attorno a loro si respirava la stessa aria che era stata di Rapisardi (maestro di Vaccalluzzo), di Verga, di Capuana, di De Roberto (amico di Guglielmino). Pur non godendo di una consolidata fama scientifica (ma il valore della monografia di Vaccalluzzo su D’Azeglio fu da più parti riconosciuto) pubblicavano incessantemente saggi e studi, erano aperti, attenti, curiosi, attivi all’interno della pubblicistica locale e sufficientemente collegati al dibattito nazionale. L’apprendistato presso di loro fu un volano fondamentale per quanti, come Raya, Brancati, Battaglia e Pernicone, nutrissero ambizioni nell’ambito critico o letterario. Attorno a loro (specie attorno a Guglielmino) presto si coagulò un mito....

**Bibliografia:
La Sicilia Intellettuale, Catania 1912
Da La Sicilia di Mercoledì 08 Giugno 2011 di Lorenzo Catania
I luoghi, la memoria, i miti di Anna Carta
OPAC SBN



*Opere















Dei poeti latini della battaglia di Lepanto / Nunzio Vaccalluzzo Catania : r. tip. cav. N. Giannotta, 1909



Carlo Goldoni / Nunzio Vaccalluzzo Messina : Principato, 1914





Una lettera inedita di Pietro Giordani / Nunzio Vaccalluzzo Napoli : Societa Anonima Ed. F. Perrella, 1917








Milano : Hoepli, 1921











Massimo D'azeglio Roma : Anon. Romana Edit., 1925 (R. Garroni)

Francesco Petrarca, Rime : Con note del prof. Nunzio Vaccalluzzo Catania : C. Galatola Edit. Tip., 1925




Poemetti mitologici / Vincenzo Monti ; introduzione e note di Nunzio Vaccalluzzo Torino : Unione Tipografico-Editrice Torinese, stampa 1927






Ippolito Pindemonte a Catania / Nunzio Vaccalluzzo Catania : S. A. Editoriale siciliana tipografica, 1933

Livorno : R. Giusti, 1933

Dante esule / Nunzio Vaccalluzzo Catania : Studio Editoriale Moderno, 1934




La poesia di Mario Rapisardi / Nunzio Vaccalluzzo Roma : Nuova antologia ; Bestetti e Tumminelli, s. d



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