I partiti si scindono, si suddividono, si sminuzzano in un bulicame di esseri anfibi che lottano e s' addentano l' uno con l' altro ; tutti vogliono tutto ; l' egoismo è lo stato, il tornaconto è l' ideale. |
Da per tutto l' impotenza che coccoveggia il potere : unica leva l' ambizione, unica arma l' insidia. |
La politica si muta in casistica di teologanti ; la morale in esercitazione di retori ; la legge in cavillazione di legulei ; l' arte e la letteratura in raffinatezze smancerose e voluttuose di dilettanti e di rimbambiti; le vecchie Muse, rimbellettate e rimpiccicottate, colanti tutte di bava e dì sanie, hanno imparata l' alta scuola nei casini e l' insegnano ai ragazzi stemprati dall' amor solitario e agitati da un erotismo infecondo. |
La critica mimiziosa, espressione ultima dell'ingegno e del carattere della borghesaglia putrefatta, s' è impadronita di tutte le manifestazioni della vita. |
I vermi trionfano. |
Ricostituiamo i partiti, si grida. Illusione o frode.
Per ricostituire i partiti bisogna ricostituire i caratteri.
I partiti si sono disgregati e disfatti, perchè i nostri uomini politici non hanno più fede in un ideale qual sia: mancano cioè di carattere.
Senza fede in un alto ideale di libertà e di giustizia sociale, senza la virtù del sacrificio di tutte le proprie forze a questo fine, ogni ricostituzione di partiti è un sogno. Si avranno fazioni e sètte, tutt'al più ; mobili gruppi d'individui legati da un interesse effimero, che si sposteranno e si confonderanno e si sparpaglieranno da un giorno all'altro a un mutar di vento.
Da questa babilonia di interessi privati, mascherati dalla commedia del patriottismo, non può sorgere che il governo-monopolio, un'accozzaglia di elementi diversi, tenuti insieme dall' ambizione e dall' avarizia, pronti a trasformarsi di bianchi in neri, pur di serbarsi al potere : un mostro da sette od otto trombe aspiranti, dalle branche innumerevoli, sparse tutte d'innumerevoli coppette.
È lo stato - monopolio, che tutto vuole per sé : un privilegio immane.
Non si giova della violenza, ma dalla frode ; vuole assorbire e distruggere tutto, ma legalmente : la legge è la sua maschera.
I ministri e i così detti rappresentanti del popolo (di quale?) rappresentano la commedia del Patriottismo.
Si adunano quali rappresentanti del popolo, sì squadrano, fan quattro chiacchere, si bisticciano, vengono a' capelli : e, recitata ciascuno la sua parte, sia di tribuno o di lanzichenecco, sia di legislatore o d' apostolo, si fanno la riverenza, e, ghignando del popolo e di sé stessi, torna ognuno alle proprie faccende.
Ha distrutto parecchie industrie private, facendosene appaltatore, cioè sfruttatore irresponsabile.
Ora delle cose del corpo vuol salire a quelle dello spirito : dal sale e dai tabacchi alla istruzione.
Vuole innalzare il livello della nazionale cultura, lui !
E come ? Restringendo il numero delle scuole.
Bel metodo d' illuminare, spegnendo i lumi !
L'istruzione diventerà un privilegio dei ricchi.
Avremo l' istruzione aristocratica !
Per potere esercitare il nobile mestiere di medico o di avvocato bisognerà procurarsi un diploma nelle città privilegiate. Chi non ha gambe da recarvisi e quattrini da mantenersi, crepi ; o vada a zappare la terra.
E gli apostoli legalitari pensano intanto e si arrabattono e si accoltellano per ricostituire....... che cosa ? i partiti o sé stessi ? |
Non ricostituiranno un bel nulla. Il popolo lo comincia a comprendere, e un giorno o l'altro farà da sé. |
Questa, lucidissima, descrizione politico sociale, pone degli interrogativi.
Cosa è avvenuto negli ultimi 110 anni ?
Corsi e ricorsi o nessun cambiamento ?
- Capitolo tratto da pag. 13 - Pensieri e giudizi / con l'aggiunta delle Odi Civili e degli aforismi di L. A. Seneca e P. Siro, a cura di di A. Tomaselli - G. Pedone Lauriel, 1915, Palermo
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