Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

lunedì 4 ottobre 2010

Vincenzo Bellini il ritorno a Catania dei suoi resti e quello che molti non dicono.


Oggi come allora, le amministrazioni Catanesi, raramente si sono occupate della difesa dell'arte cittadina, prova n' è, che senza l'intervento di illustri uomini, anche i resti del Bellini sarebbero rimasti in terra straniera.  Oggi il mercimonio culturale rende le cose, ancora, più difficili. 
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Nel novembre del 1869, mandando, in riconoscente omaggio, tale lirica di greca fattura a F. Rausch, traduttore tedesco del suo poema « La Palingenesi », Mario Rapisardi gli scriveva: « ...questi versi consacrati alla memoria gloriosa di Vincenzo Bellini. Sono scritti da qualche anno, (1867)ma mi piace di pubblicarli adesso sotto il vostro nome, non solo per attestarvi pubblicamente la profonda riconoscenza dell'animo mio; ma perché sappiate, voi ed i vostri amici di Francoforte, che Catania non ha ancora eretta una pietra che ricordi il sacro nome di Colui che le ha dato nome innanzi a tutte le genti! ». Il 25 novembre del 1869, egli pubblicò, su « La Scena » di Venezia, la sua magnifica ode « A Vincenzo Bellini », esprimendo il voto che le ceneri del compositore venissero, da Parigi, traslate dagli esperi colli a la devota natia città.
"Tu dagli esperj colli a le devote
Sicule piagge, al nativo Etna riedi,
Tu, cultor de le Grazie e sacerdote,
La sacra orgia presiedi." (per intero QUI)
E nel Maggio dello stesso anno, aveva scritto ai Membri della Giunta Comunale di Catania: « Le ossa di Bellini sono in terra straniera. Ah! non si dica, per Dio, che un paese che sa onorare la virtù dei suoi vivi possa poi dimenticare di erigere un sasso su le ceneri del più grande e del più glorioso di tutti i suoi figli ».




Nel marzo del 1876, il Rapisardi comunicava al Sindaco della città che lo scultore Tassara accettava l'incarico di « eseguire il monumento a Bellini », nella cattedrale, malgrado il breve tempo ed il modesto compenso.
Il 18 luglio 1876, da Firenze, egli mandava allo scrittore catanese ing. Francesco Rapisardi una vibrante lettera di protesta per la indifferenza dell'amministrazione municipale per quanto riguardava la gloria del Bellini. Eccone alcuni brani:

« Scrissi ad Ardizzoni alcune cose che mi stavano su lo stomaco intorno alle feste belliniane; mandai al sindaco tre giornali, in cui si smentiva la voce che le feste fossero rimandate alle calende greche; a te non ho a dire altro che ti so molto grato della lettera gentile e più ancora delle cure operose che ti dai per la riuscita della solennità ».
« Io non so quando potrò essere di ritorno... Pure io ho fede che la mia assenza non sarà neppure avvertita, e che le cose andranno in maniera che nè Bellini nè l'onor vostro se ne abbia a dolere ».

Ed ecco la più vivace delle lettere postume del Rapisardi riguardanti le onoranze alla memoria di Vincenzo Bellini. Reca la data del luglio 1877, ed e diretta a Serafina Tassara.

« Fui chiamato al Municipio per l'affare del bassorilievo or sono circa due mesi. Dissi che il bassorilievo è bellissimo, e feci osservare la convenienza di farlo eseguire in bronzo.
Ma il prezzo? saltò su a dire il sindaco. Il prezzo, dissi, non sarà maggiore di quella gratificazione che abbiamo promesso al Tassarà oltre le 6000 lire. Gratificazione? quale? Come! non ne sa nulla? mi meraviglia. Eppure nelle lettere, nei verbali, deve esser detto espressamente... Nelle lettere e nei verbali non se ne fa parola. Impossibile! chiamiamo il segretario. E' inutile: ho guardato da me. Allora, signor barone, faccia il piacere di convocare l'ex-commissario, per onor mio e di tutti ».
...« Riunita la commissione, tutti, meno Ardizzoni, fecero gl'indiani. Chi non sapeva, chi non ricordava...
Ma, santo diavolo! feci io: dicono proprio davverò? La rimunerazione promessa non è stata legalizzata? Colpa del segretario. Non si trova accennata nei verbali, non si trovano le nostre lettere? Non importa. C'e qualcuno che vuol mettere in dubbio la mia parola? ».
A questo punto, intervenne il sindaco, il Barone Enrico di Serravalle, che domandò l'ammontare della gratifica promessa allo scultore Tassara per il monumentino che orna la tomba di Bellini, nella Cattedrale di Catania; ed essendogli stato risposto che la cifra era di duemila lire, disse che non poteva far niente, se prima non ne avesse ottenuto l'approvazione del Consiglio comunale, a cui l'avrebbe proposto. E con giusto sdegno, così continua il Rapisardi la sua lettera alla Tassara:
« E se il Consiglio negasse? Il barone si strinse nelle spalle. Ebbene, se il Consiglio nega, noi della Commissione pagheremo noi, abbiamo fatto lo sbaglio di confonderci con un'amministrazione che non merita e non apprezza i nostri servigi. E pagheremo: ci servirà di lezione ».
Scrivendo a Francesco Paolo Mulé, nel dicembre del 1902, il poeta plaudiva all'inizativa d'un comitato giovanile di Palermo di erigere un monumento a Bellini, in quella magnanima città.
Nel 1904, si scusa col sindaco di Catania di non potere collaborare efficacemente alla Commissione per le onoranze a V. Bellini.
Cosi, nella medesima città etnea, il genio della Poesia, impersonato in Mario Rapisardi, onorava quello della musica, in Vincenzo Bellini.

Questa basilica
ove giacciono dimenticate
le ossa di tanti re,
diverrà da questo giorno famosa
per la tomba
di Vincenzo Bellini.
Epigrafe di Mario Rapisardi.
* Bibliografia
Poemetti - di M. Rapisardi - 1885/1907
V. Bellini - di C. Reina - Battiato 1902
Epistolario - di A. Tomaselli - F. Battiato 1922
Commentario Rapisardiano - di A. Tomaselli - Etna 1932




Nella ricorrenza del centenario di Bellini la casa editrice di musica di Genesio Venturini di Firenze, pubblicherà cinque pezzi inediti del divino autore della Norma.

La pubblicazione si deve alle ricerche fatte dal maestro Cav. F. P. Frontini che, fra i tanti, autografi : belliniani posseduti dall'avv.Cav. Francesco Chiarenza Astor, seppe trovare delle gemme musicali ancora sconosoiute e che sono fra i primi lavori del Sommo. 
Il maestro Frontini per renderli ancora più agevoli al pubblico, li ha ridotti per canto e Piano, cosa che ne assicura la diffusione fra gli amatori di musica.Gazzetta - Catania, settembre 1901



Genesio Venturini - Firenze. Opere postume di V. Bellini

O souvenir pagina d'album per canto. Ombre pacificheterzetto per soprano e due tenori.Pensiero musicale -  per pianoforte. Tantum ergo - per soprano. Tantum ergo genitori -  per soprano con accompagnamento di pianoforte.





In occasione del centenario Belliniano , una pubblicazione originale e interessante vien fuori, la racccolta delle opere postume di V. Bellini per cura del valente maestro compositore Francesco Paolo Frontini. Il migliore elogio che gli possiamo fare e citare i giudizii di due valenti professori.
Una lettera del prof. G. A. Cesareo in questi termini elogia il valente maestro:
Avanti , avanti, caro Frontini lei è ancor giovane, ha ingegno e può molto. Io son certo che, s' Ella vorrà, potrà raccogliere la corona di Colui che scrisse la Norma , e rivendicare il prestigio della musica schiettamente nazionale.

E il caro prof. Domenico Milelli scrive nel Corriere di Catania : Ci affida solo di poterli accogliere favorevolmente (paria dei pezzi) il gusto fine e squisito del maestro Frontini, che se ne fece editore dimostrando con ciò com' egli tenga seriamente alle vere e gloriose tradizioni dell'arte musicale italiana e come sappia efficacemente amare e venerare la memoria del suo nobile concittadino, del quale meglio che altri non faccia, egli si studia di seguire le orme gloriosamente immortali.

Lo studente Italiano - Catania, novembre 1901

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