Melodia di Francesco Paolo Frontini, versi di Lorenzo Stecchetti, ed. Benenati 1877 Catania
Vieni, Nerina! Siediti
Lieta sui miei ginocchiE ti scintilli cupida
La voluttà negli occhi;
Vieni , ed il collo cingimi
Con le soavi braccia,
Io nel tuo sen che palpita
Nasconderò la faccia.
Squarci la terra i fumidi
Visceri suoi profondi,
Crollino i cieli e riedano
Infranti al nulla i mondi,
A me non cal ! Se il roseo
Labbro sul labbro mio
Serri, Nerina, impavido
Sfido la morte e Dio.
*****
Scena illustrata, L. Stecchetti . 1.2.1899
Postscriptum -
Zerlina mia, la neve
Turbina in alto e cade
Fitta, noiosa, greve,
Sui tetti e sulle strade.
Invan la notte pesa
Sulla città che tace;
La coltre bianca è stesa,
Ma nulla dorme in pace.
Rugge di fuori il vento
E l' urlo furibondo
Si spegne in un lamento
Di bimbo moribondo,
Dall' ombre paurose,
Il pianto dei viventi
E il pianto delle cose.
Ma dall' orror, dai lutti,
Dolce un pensier m' invola
E fra il dolor di tutti
Sono felice io sola!
Ah, degli umani affanni,
Zerlina, a me che importa?
Io sento Don Giovanni
Che batte alla mia porta!
Scena illustrata, L. Stecchetti . 15.2.1899
Post Prandium -
Canta l'adulatore
Ed urla il parassito
Gli evviva al suo signore.
Le donne han lo scaltrito
Sguardo che finge amore
E sovra il sen fiorito
Il vezzo tentatore,
Ma intanto la cervice
Piega il signor, trafitto
Nell'anima infelice
E l'occhio torvo e fitto
Sovra la mensa, dice
Che il cor cela un delitto.
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